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Una coppia di lombricoltori  lungimiranti si lanciano in un progetto di riuso creativo alla portata di tutti per la produzione di compost. Ed è così che il concetto di circolarità diventa realtà

Cosa c’è di più circolare dell’attività dei lombrichi? Questi anellidi mangiano e  digeriscono il materiale  organico del terreno e lo trasformano in humus (detto anche Lombricompost), fertilizzante organico naturlale, preziosissimo per i nostri terreni. Conoscono molto bene questo processo Mirko Pepè e Ruben Gemme, che hanno fatto della loro passione una professione mettendo in piedi attività di lombricoltura con cui allevano questi anellidi per produrre fertilizzante agricolo naturale. Le loro attività supportano la diffusione dell’importanza di produrre cibi sani e “a km 0”, di limitare la lisciviazione di materiali chimici nelle falde e di minimizzare l’immissione nell’aria di inquinanti derivati da fertilizzanti sintetici.

Ma c’è di più. Mirko e Ruben hanno dato vita al progetto “Il Ciclo del Lombrico”, realizzato per coinvolgere la cittadinanza e i giovani nella conoscenza del mondo dei lombrichi e del ruolo della lombricoltura in una società ecosostenibile e con un economia circolare, sensibilizzando le persone e mettendole a conoscienza del fatto che, i nostri amici Lombirchi si stanno estinguendo (90% in meno verso gli anni 50) con gravi ripercussioni per la salute dei nostri suoli.
Nel progetto vengono create lombricompostire, strutture pensate per l’allevamento di lombrichi e alla produzione di lombricompost partendo dglia scarti dell’orto e della cucina, sflaci di prato etc… Le vermicompostiere vengono prodotte interamente con materiali di recupero e possono essere utilizzate da piccoli agricoltori, da famiglie, comuni ed enti pubblici come per esempio le scuole, che decidano di affidare ai lombrichi il riciclo dei propri rifiuti organici, per ricavarne fetilizzante naturale in organico, sia in forma solida che luquida.
Il progetto di Mirko e Ruben unisce la loro passione per i lombrichi e per l’attività benefica che questi svolgono per il nostro pianeta ad un interesse per il riciclaggio, il riuso e il taglio degli sprechi. Infatti, le vermicompostiere che vengono realizzate nel progetto “Il Ciclo del Lombrico” sono costituite di materiali di recupero e i rubinetti di scolo usati per drenare le vermicompostiere sono recuperati da vecchie taniche in plastica.
Ed è così, favorendo il riciclo di scarti organici e dei materiali usati per produrre le vermicompostiere, che Il Lombrico Infinito e Lombricoltura Clandestina, società agricole di Ruben e Mirko, danno il loro contributo allo sviluppo di un esempio virtuoso di economia circolare.

Ruben e Mirko sono estremamente orgogliosi di essere riusciti in questo primo passo e mettendo in moto questo progetto e il loro marchio, parlano di esso così:

“la sua peculiarità principale è il fatto che esso mette in connessione temi di grande attualità quali la riduzione degli sprechi, la produzione di cibi sani e locali, la limitazione della lisciviazione di materiali chimici nelle falde acquifere e la minimizzazione di immissione nell’aria di inquinanti chimici derivati dalla fertilizzazione sintetica”.

La fertilizzazione del terreno tramite humus di lombrico è un metodo naturale e “low-tech” che contribuisce alla costituzione di comunità resilienti. Chiunque, utilizzando le vermicompostiere realizzate nel progetto “Il Ciclo del Lombrico”, è in grado di autoprodurre compost e affidare ai lombrichi il riciclo dei propri scarti organici. I due ragazzi sottolineano, come l’acquisto di vermicompostiere rappresenti una fonte di risparmio per chi coltiva la terra e necessita di fertilizzante, ma anche per le famiglie che vivono in città e decidano magari di collocare una vermicompostiera sul proprio terrazzo.

“Chi produce compost ha diritto ad una riduzione sulla tassa dei rifiuti che può arrivare al 30%”.

Noi siamo cio’che trasformiamo…